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venerdì 9 maggio 2014

Asterix e il gallo insubre

di Giovanni De Pedro

Bretagna, mon amour! Che belle queste scogliere alte sul mare azzurro, le onde s'infrangono contro i muri dei fari che torreggiano sulle vaste distese d'erica.
All'interno della penisola bretone mi trovo a visitare un luogo strano ma allo stesso momento magico, Carnac, e mi chiedo:
- Perché hanno messo tutte queste pietre in maniera così ordinata?


 Le file di pietre a Carnac
(fotografia di Giovanni De Pedro)


Mi dirigo verso una boscaglia, dove intravedo un uomo che indossa una tunica bianca intento a raccogliere erbe e gli dico: 
-Scusi, forse lei può svelarmi il segreto, perché le varie pietre sono state messe in questo ordine preciso? -
L'anziano signore dalla lunga barba bianca, sorpreso dalla mia presenza, mi risponde dubbioso:
- Non so, anche a me sembrano pazzi! -
- Pensavo lei fosse un sacerdote che stesse raccogliendo la cicoria matta per la cena! -
- Non sono un sacerdote ma un druido e sto raccogliendo erbe per fare una pozione segreta. -
- E per questa pozione, quali erbe servono? -
- Ho detto che è segreta, le confesso solamente che non serve la cicoria matta, mi sembra che ad essere matto qui è qualcun altro! Comunque devo preparare una pozione magica. -
- Come quella che beveva Asterix per combattere contro i Romani? -
Sorpreso l'uomo mi chiede:
- Conoscete Asterix? -
- Beh, ne ho sentito parlare molto e ho letto tanto sulle sue gesta. - rispondo.
- Come vi chiamate e da dove venite, forestiero? -
Preso da un improvviso sussulto di orgoglio, mi presento:
- Sono Giovannix e arrivo da Milano o Mediolanum, in Lombardia o, per meglio dire, nella Gallia Insubria. -
- Allora, sei un Gallo come me. Vieni che ti presento a tutto il villaggio e ti farò conoscere Asterix in persona. A proposito, io sono Panoramix. -
- Il druido! - urlo strappandogli le parole di bocca.
- Exattamente – mi dice con un'aria fiera – mi sembra di essere famoso anche oltralpe!-

 Panoramix, il druido magico

Dopo aver attraversato un bosco, dalla cima di una collina, vedo fili di fumo salire dai camini del villaggio gallico assediato da legioni romane. Seguendo il cammino del druido riesco a entrare. Ci viene incontro un comitato d'accoglienza capeggiato da un grasso signore in piedi su uno scudo che mi dice: 
- Sono Abraracourcix, capo del villaggio. Tu chi sei, straniero? -
- E' Giovannix – interviene Panoramix – un Gallo che ho incontrato nel bosco -
- Un Gallico nostro ospite? Allora dobbiamo fare un banchetto di benvenuto! -
afferma Abraracourcix.



Un vero comitato d'accoglienza gallico

Assurancetourix, il bardo, mi dedica una canzone:
- Siii un grande banchettooo, per il nuovo gallettooo, da lontano arrivatooo e da noi ospitatooo, oh! -
Un gruppo di nerboruti assale il bardo e, dopo averlo imbavagliato, lo lega a un albero. Nel frattempo un uomo robusto si avvicina al gruppo portando con sé un menhir, lo seguono un ometto dai grandi baffi e un adorabile cagnolino, sono Obelix, Asterix e Idefix!



Il grande trio gallico

- Ho sentito parlare di un banchetto – dice Obelix – e mi sono affrettato.- Però non vedo nessun banchetto! - afferma Asterix.- Prima volevo far conoscere al nostro ospite mia figlia, Falbalà. - dice il capo.
- Per me sarà un piacere -dico.Mi appare una visione idilliaca, una bellissima ragazza si presenta mentre Obelix arrossisce e le sue pupille prendono la forma di cuore, la voce della sirena è sensualissima:
- Piacere bell'uomo. Sono Falbalà e sono appena tornata da Condate, dove ho studiato alla Scuola Linguistica. -
- Dove si trova Condate? -
- Al centro della nostra penisola – interviene Asterix.
- Ah, ho capito! Nel mio mondo la chiamiamo Rennes, come Lutezia per voi, è Parigi per noi. -
- Bizzarro, sono strani questi Insubri – continua Asterix.

La stupenda Falbalà

- Andiamo a pranzare, ho una fame da lupi! – incita Obelix.
Ci dirigiamo tutti verso il banchetto, Falbalà mi prende sotto braccio e mi schiaccia l'occhiolino, mentre Obelix mi guarda con gelosia e Idefix tenta di mordermi una caviglia.
Dopo aver mangiato tre cinghiali a testa, Asterix e Obelix, mi chiedono:- Non hai fame? Hai mangiato solo un cinghiale! -
- Sono veramente sazio, grazie! -
- Ah, ah, ah, è sazio! – ride di me tutto il villaggio - Ma siamo solo all'antipasto!-
- Vi sono grato ma, prima che diventi buio, vorrei raggiungere il mio villaggio. Devo lasciarvi ma vi ringrazio per l'ospitalità. - dico congedandomi.
Panoramix mi accompagna all'uscita del villaggio, seguito da Asterix e Obelix.
- Druido, come farò a uscire se siete assediati dai Romani? - chiedo.
Panoramix ci pensa e mi dice:
- Ti farò bere la pozione magica! -
Allora Obelix urla eccitato:
- Anch'io, anch'io voglio la pozione -
Prontamente gli rispondo:
- Non puoi, sei caduto da piccolo nel pentolone! -
- Sento che la tua storia è famosa anche fuori confine. - dice ridendo Asterix.
Bevo la pozione magica e esco dal villaggio. Affronto legioni sparando, con un pugno, romani in tutti gli angoli e da una collina saluto i miei amici del villaggio gallico. Ripercorso il bosco mi trovo nuovamente nella piana di Carnac e salgo in automobile per ritornare verso la mia amata Mediolanum, cercando di digerire il pantagruelico pranzo gallico.


Pranzo al villaggio gallico
Ehi! Ma io non ci sono!




5 commenti:

  1. prima che diventi buio...

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  2. con l'ora legale il buio scende tardi. Però la tua frase è enigmatica!
    Giovanni

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  3. hai scritto "prima che diventa buio" mentre mi sembra corretto "che diventi", no ?

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  4. Nei suoi racconti brevi l’autore Giovanni De Pedro, con accattivante ironia e astuzia, suscita la curiosità del lettore coinvolgendolo piacevolmente nelle sue avventure immaginarie. Sono piccole perle letterarie che a volte divertono come nel caso di Asterix e il gallo insubre” - rivisitazione carica di humor dei personaggi di René Gascinny e Albert Uderzo - o come nel testo di Luis Sepúlveda, La lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, nel quale le parole del nostro scrittore inducono alla riflessione. È un modo nuovo e interessante di scrivere perché consente a volte di ritornare con la memoria indietro nel tempo e, come nelle interviste impossibili (Abramo Lincoln… ecc.), anche perché riesce a suscitare la curiosità del lettore coinvolgedolo nel racconto senza trascurare alcune note esplicative sul personaggio intervistato. Inoltre De Pedro, inserendo nei racconti se stesso - narratore, attore, intervistatore -, ricrea tra il serio e il faceto le storie di alcuni personaggi reali o fantastici che, in un modo o nell’altro, hanno lasciato una traccia significativa nell’immaginario collettivo.
    L. T. B.

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