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domenica 4 marzo 2018

Il giro del mondo in ottanta mercati

Appunti sparsi di viaggio di Marina Fichera



Sono da sempre stata affascinata dai mercati, forse perché da bambina abitavo a Roma, vicino a un mercato stabile all’aperto, ed ero affascinata dai banchi di olive e lupini, uova e pasta fresca o semplice frutta e verdura di stagione. Era un mondo colorato, rumoroso, affollato, pieno di fantastici contrasti e di caos. Una vera metafora della vita.
Ho  visitato mercati in molti continenti, dal Nord al Sud America, passando per Europa, Africa e Asia, e serbo un ricordo un po’ speciale di ciascuno di essi.


Il Perù è un paese molto colorato, a partire dai vestiti tradizionali che indossano sia giovani sia anziani, fino ai colori dei portoni o delle bancarelle ricolme di tessuti e oggetti. Ovunque regnano i festosi colori del Sud America.  A Cuzco sono entrata in un mercato chiuso, un grande edificio dall’altissimo soffitto, in centro città. Fuori sfilava una processione religiosa, con le persone in abiti tradizionali, gli stendardi con le effigi di santi locali e i grandi tamburi a segnare il tempo della marcia dei devoti. All’interno del rumoroso mercato ogni area era dedicata a una categoria merceologica, la frutta tropicale e le tantissime varietà di patate e mais da una parte, la macelleria con le sue mosche intorno alla carne dall’altra, al lato opposto l’abbigliamento e i casalinghi. Tutto molto ordinato, nella sua gran confusione.
Anziana venditrice al mercato di Cuzco, Perù
(foto di Marina Fichera)
A Samarcanda, in Uzbekistan, poco distante dalla famosa piazza del Registan, ho visitato un mercato coperto, enorme, illuminato da potenti neon dalla luce fredda, in stile vagamente sovietico. Qui ho acquistato, dopo aver contrattato, e a prezzi che ho ritenuto economici, una tovaglia nera ricamata – per dieci euro - che non ho mai usato perché molto spesso le cose sono belle solo nel luogo in cui si comprano, e delle porcellane bianche e blu. Ho capito che i prezzi che mi avevano proposto, anche se bassi, erano solo per turisti quando due giorni dopo, a Tashkent, la capitale del paese e città molto meno turistica di Samarcanda, ho visitato un mercato alimentare, ricolmo di frutta, spezie e poca altra mercanzia, quando ho comprato una forma di pane da oltre mezzo chilo per soli venti centesimi di euro!
Arance al mercato di Tashkent, Uzbekistan
(foto di Marina Fichera)
Durante la stagione delle piogge, in Yunnan - regione nel Sud Ovest della Cina – i mercati continuano a svolgersi all’aperto, anche quando tutto viene sommerso di scuro fango monsonico. La merce è spesso disposta in modo ordinato e semplice su teli posati per terra,  dove sono disposti cumuli di peperoncini rossi, ceste artigianali di vimini, abiti blu tradizionali e altri generi alimentari. Al mercato, disposto su un prato, si trovano anche alcuni gabinetti professionali, il medico, il dentista e anche il barbiere. Le condizioni igieniche sono pessime ma, per chi non ha altra scelta, va bene così.  
Una delle cose più divertenti di sempre è un grande sacco bianco che, visto da lontano, si agita in modo innaturale. Mi avvicino per vedere meglio e scopro che è pieno di galline, le cui teste sbucano dai lati!
Galline al mercato, Yunnan, Cina
(Foto di Marina Fichera)
Nella bella e austera Boston ho visitato il Quincy Market, mercato ospitato in un palazzo di stile neoclassico americano. A metà novembre la città, come incendiata dai magnifici colori dell’autunno bostoniano, era già addobbata con le luminarie natalizie. Al suono di  rilassanti melodie, tra le magliette e i cappellini dell’università di Harvard, che naturalmente ho comprato, i cappelli con pelliccia e le calde sciarpe di lana, è imperdibile la specialità tipica di questo raffinato mercato: i rinomati panini con l’astice delle coste atlantiche, davvero ottimi.
Il Quincy Market a Boston, USA
(foto di Marina Fichera)
 Il mercato che si affaccia sull’incantevole lago Inle, in Myanmar, è tipico del Sud Est asiatico. Disordinato, sovraffollato, scombinato, vivace. È così affascinante l’accostamento delle numerose bancarelle, affiancate sotto un porticato di legno scuro e ricolme di paccottiglia per turisti e di antichità, e le venditrici sedute per terra che fumano i sigari birmani. Donne dallo sguardo dolce e orgoglioso, che se ne stanno accovacciate su dei teli a vendere frutta, verdura e… formiche rosse fritte. Devo ammettere che, seppur curiosa, non ho avuto il coraggio di assaggiarle.
Venditrici birmane sul lago Inle, Myanmar
(foto Marina Fichera)
Visitare il mercato dei fiori a Calcutta, nello stato indiano del Bengala Occidentale, è un piccolo viaggio nel viaggio. Un’ampia area che costeggia il grigio e sporco fiume Hooghly è dedicata alla vendita di fiori freschi e collane di fiori, usate principalmente come dono alle divinità dei numerosi templi cittadini. In alcune zone del mercato il terreno è completamente ricoperto di steli e petali di fiori buttati via che, pestati durante il giorno da centinaia di persone, formano una viscida poltiglia, un po’ profumata e un po’ puzzolente.
In questo mercato i colori prevalenti sono il giallo, l’arancio e il rosso di petali di piccoli fiori, spesso venduti a peso. Tutti colori che ricordano il sole e il caldo ed é strano alzare gli occhi al cielo e vederlo cinereo e carico di umido incombere sulle nostre teste.  Passeggio, scatto foto e incontro un ragazzino che lavora in una delle bancarelle, è circondato da fiori rossi e bianchi, è scalzo e ha lo sguardo incuriosito e un po’ malinconico di chi è cresciuto troppo in fretta.
 
Al mercato dei fiori di Calcutta, India
 (foto di Marina Fichera)
A Lisbona, nella centralissima Praça da Figueira, nell’ultimo fine settimana del mese si tiene un mercato dove poter acquistare prodotti agricoli, vino e altre specialità lusitane direttamente dai produttori. Sono numerose anche le bancarelle che preparano cibo di strada. Qui si mischiano anziane signore con i loro carrellini della spesa e turisti in maglietta a maniche corte a fine ottobre. Tutti sono molto rilassati in questo fine settimana d’estate fuori stagione. Si chiacchiera con i negozianti  che propongo vari assaggi e anche con i vicini di tavolacci a cui ci si appoggia per mangiare panini pieni di carne di maiale unta e saporita, frittelle di baccalà e i famosi pasticcini portoghesi, i pasteis de nata. Naturalmente tutto è innaffiato dal fresco vinho verde, e il pomeriggio diventa subito più lieve e allegro.
Venditore di panini al mercato di Praca da Figueira, Lisbona
(foto di Marina Fichera)
Mentre giriamo per Thimphu, la capitale del piccolo regno himalayano del Bhutan, riusciamo a convincere la nostra guida a portarci a visitare un mercato locale, lontano dai classici giri turistici, imposti a tutti senza distinzione. Dobbiamo insistere parecchio perché sembra quasi che mostrare la vita reale sia un problema, ma alla fine la spuntiamo.
Il mercato si  tiene in un brutto palazzo di cemento armato, su due piani. Al primo piano si trovano le merci importate dall’India, bella frutta e verdura, spezie piccantissime, legumi secchi, incensi e prodotti vari, tutto molto caro e ordinato.
Al secondo piano scopriamo che si vendono i prodotti locali, ma la guida ci dice che è brutto e dobbiamo insistere di nuovo per proseguire la visita. Saliamo di un piano e troviamo una varietà e una qualità di merci molto inferiore. Il riso rosso, i legumi e le felci ,che sono la base della maggior parte dei piatti locali, fanno la parte del leone. I prezzi sono molto più bassi del piano inferiore, mentre gli acquirenti sono molto più numerosi. Compro delle saponette naturali alla citronella, altro prodotto tipico di queste impervie valli e perdo tempo a fotografare i simpatici bimbi bhutanesi, pensando a quanto sono belli i mercati e che sarebbe stato un vero peccato perdersene uno così interessante.
Il secondo piano del mercato di Thimphu, Bhutan
(foto di Marina Fichera)
Ogni volta che viaggio cerco di visitare almeno un mercato locale. Lo faccio per assaporare i colori delle merci, i loro odori, per osservare i visi dei venditori e degli acquirenti. Per vivere per qualche attimo come le persone del luogo che sto visitando.
E ogni volta è un’esperienza coinvolgente, emozionante, fatta di cose semplici e vere, come deve essere il viaggiare fatto con curiosità e rispetto.

Non è importante quanto hai studiato. E' più importante quanto hai assorbito e capito di ciò che hai studiato. 
Bruce Lee

8 commenti:

  1. super Marina, ancora una volta hai colpito! Eccezziunale veramente!
    Adriana

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  2. Complimenti! Un originale viaggio attraverso il cuore pulsante delle diverse culture, articolo piacevolissimo da leggere.
    Lorenza

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  3. Bellissimi viaggi attraverso colori e profumi! Cristina

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  4. Articolo molto particolare e coinvolgente, arricchito come sempre da bellissime foto.
    complimenti Marina!!!
    Patrizia

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