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sabato 27 maggio 2017

Sistema MetT.

(di Giovanna Ungaro de Montejaisi)


Tutti abbiamo un amico super, ma in pochi sappiamo di averlo. Infatti se ne sta bello invisibile, al di là delle nostre finestre sensorie, che sono tarate sulla materia, mentre lui materiale non è.
Non si tratta di un essere esterno, tipo angelo custode, ma di una parte di noi, accantonata dalla cultura ufficiale, che per secoli ha ritenuto (utilmente) vero solo quanto dimostrabile e tangibile. Da tempo però la non visibilità  è stata sdoganata dalla scienza: nessuno ha mai visto un campo magnetico, né un atomo e nemmeno gli impulsi che attivano la tecnologia digitale da cui siamo sempre più dipendenti, eppure ne accetta l'esistenza, perché è stata dimostrata! 

Tutto è energia a diversa frequenza; più questa si alza e più la “consistenza” si alleggerisce fino a sfuggire alla vista. E nel mondo delle frequenze altre le leggi della meccanica sono sostituite da quelle della fisica quantistica: niente più spazio tempo e tangibilità, ma tutto in contemporanea, non importa a quale distanza e senza apparente rapporto tra i soggetti (tipo una telefonata o una mail).
Molto prima di essere riscoperti dalla scienza moderna, concetti come “il vuoto è pieno e il pieno è vuoto” oppure “l'energia sottile permea l'esistente” era adombrato in vari insegnamenti filosofici e religiosi. Ricordate la parabola della cruna dell'ago nei Vangeli? La similitudine del cammello voleva esemplificare l'esistenza di un’energia  talmente sottile da poter passare ovunque e tutto poter compenetrare.

Quindi che questo amico fedele (fedele perché non ci abbandona mai dalla nascita alla morte) sia evanescente non dovrebbe rappresentare un problema; si esprime in una dimensione superiore, tutto qui. Tale dimensione “sottile” non ci é preclusa perché ci integra, ne siamo formati ed è raggiungibile alzando la nostra di frequenza, come una radio che cambia banda di ricezione e sintonia.
Per generazioni questo innalzamento è stato caldeggiato dalle varie religioni con un pacchetto di istruzioni di fondo, mentre la consapevolezza del fenomeno e parte dei suoi effetti è stato appannaggio esclusivo dei cosiddetti iniziati, all'interno delle classi sacerdotali, o all'esterno, in consorterie di varia natura, maghi compresi.
Tutte “le scale verso il cielo” citate nei testi sacri e adombrate anche in pali, totem, alberi (compresi quelli di natale all'origine) e simboli (come le ali intorno al caduceo che vedete spesso quale logo delle farmacie) si riferivano ad un cammino di ascesa e alla possibilità di “volare”, cioè di “salire”. Verso qualcosa che sta molto prima dell'empireo cielo, in quella sorta di atmosfera personale (non terrestre) percorsa da flussi di energia invece che dal vento, il MetT, appunto.
Esso rende possibile il legame corpo/mente e anima, altrimenti troppo distanti per interagire (e chissà perché nessuno sembra averci pensato); l'ho ri-nominato MetT, per non sovrapporlo ai tanti nomi e significati che ha ricevuto nell'arco dei  millenni come shen, pneuma, merkaba, spirito, eccetera. L'ho ri-scoperto (senza cercarlo e senza nemmeno presumerne l'esistenza), studiato e sperimentato per venti anni silenziosi ed entusiasmanti; indispensabili per assestare il sistema e per fruirne direttamente (sinora mi ha permesso di superare problemi fisici imponenti, fra cui due operazioni di cancro al seno) e indirettamente su un consistente numero di persone; è proprio questa lunga esperienza a consentirmi di proporne un quadro d'insieme assai più ampio di quanto oggi noto a una mini-minoranza di persone (per cogliere l'ampiezza di una nuova mappa del territorio interiore bisognerebbe conoscerne i confini precedenti).
Per divulgare questo intero che ci compone ho scritto sinora due testi “IL MEDIATORE. IL PONTE DIMENTICATO TRA ANIMA E CORPO” e “AMICO METT”, tengo conferenze, incontri pubblici e privati, workshops e - da qualche mese, per ovviare ai periodi di assenza forzata - ho in rete un blog di accompagnamento, amicomett.com.
Vi si trovano tematiche e aneddoti: brevi storie insolite che toccano situazioni limite, causate da fenomeni che si verificano sempre più spesso e che possono essere spiegati alla luce del sistema MetT.
Pensate all’empatia, alla telepatia, alla preveggenza, alla psicovisione, alla medianità; si tratta di sensi interni, comuni a tutti (anche se non sembra), perché parte del kit natale non biologico.
Divenire consapevoli del proprio intero e dei motivi per cui qualcosa accade non è un mero fatto culturale: infatti, fra i tanti effetti, svapora la paura dell'ignoto - che tale spesso non è - aiuta a ritrovare capacità inaspettate e facilita il raggiungere i propri obiettivi.

L'amica Mimma Zuffi mi ha offerto di condividere alcuni post sul suo Sognaparole “per vedere l'effetto che fa”. Che dire? Grazie e buona lettura. Sottolineo ancora un aspetto: il mio non è un invito a creder(mi), ma una risorsa per ricordare.


POST SCRIPTUM

Ho scritto qualche riga in più per chi fosse interessato, infatti perchè la tavola pitagorica sia chiara bisogna conoscere i numeri (e mi fermo qui per non ammazzare l'analogia).

Il sistema dei corpi sottili, probabilmente noto in epoca protostorica, cioè precedente al 10.000 a.C., è stato preservato (in parte) come scienza dello spirito dalle classi sacerdotali antiche, dalle chiese mistiche, da alcune filosofie orientali e dallo sciamanesimo; è arrivato sino al '900 mutilato da tanti passaggi e da finalità non sempre spirituali, basti citare lo gnosticismo, l'esoterismo, l'occultismo, la magia, la teurgia ecc.; è stato rivisitato dalla teosofia, dall'antroposofia, spesso ibridato dalle facilonerie new age, che però ha aperto la strada alle ricerche (seppur parcellari) degli ultimi anni.
Ogni scuola di pensiero ha studiato e sperimentato metodi diversificati per connettersi a questo “altro”, come la preghiera, la meditazione, lo yoga, le arti marziali, la danza sacra, la musica, la respirazione eccetera.

Questo “altro” che ho rinominato MetT custodisce una dotazione importante di capacità, chiamate sensi interni o facoltà dell'anima: sono empatia, chiaroveggenza, chiarudienza, tatto, olfatto e gusto eterici, medianità, bibliomanzia, telepatia, radiestesia, precognizione, retrocognizione recente e remota, psicometria, telecinesi, levitazione, viaggi astrali, visione microscopica, telediagnosi, televeggenza, teleterapia, taumaturgia e, non ultimi… pensiero superiore, intuizione e coscienza (secoli prima di Cristo l’indiano Patanjali le aveva chiamate siddhi e ne aveva elencate più di 100. I rinpoche tibetani, che a livello di gerarchia equivalgono ai cardinali cristiani, per diventare tali devono dimostrare di possedere almeno cinque di queste facoltà).
Prima o poi tutti ne sperimentano qualcuna, pur senza essere il gran sacerdote nel Nabucco “Del futuro nel buio discerno”: mai sognato una persona cara sofferente e scoperto che lo era davvero e proprio a quell’ora? Telepatia! Mai scelto un libro su uno scaffale sapendo di trovarvi una certa risposta? Bibliomanzia! Mai presentito qualcosa di tragico che stava per accadere in famiglia? Preveggenza! Mai sentito delle certezze interiori che si imponevano contro ogni prova contraria? Intuizione!
Si tratta di capacità potenziali, ricevute in dotazione insieme al colore della pelle, alle impronte digitali, al DNA e ai sensi esterni; ma restano represse o emergono random fino a che una persona non cominci a trasformarsi in meglio. Solo allora la frequenza individuale si innalza e il soggetto può connettersi con quella parte di sé che vibra in dimensioni non materiali (la sambhogakaya per gli hindu).
Quanti patiscono perché non riescono ad esprimere le qualità che sanno di avere? Non sono degli illusi che presumono troppo da sé, sono degli smemorati che presumono… troppo poco!

 Nel secolo passato alcune capacità sono state praticate, provocate e studiate nell’ambito degli stati alterati di coscienza, ma possono coesistere tranquillamente coi cinque sensi (ed ampliarli) senza dover andare in trance o in palla, o essere dei cavalieri Jedi; attualmente sono approfondite nell’ambito della psicotronica, soprattutto in Russia e negli USA. In ogni caso, non pensiate che siano utilizzabili tutte e sempre, 24 ore su 24 come un call center (e se qualcuno, gloriandosi, sostenesse il contrario mentirebbe sapendo di mentire: una radio non capta tutte le stazioni contemporaneamente ed un cantante lirico non emette insieme tutte le note della scala musicale!). Entrare in sintonia col regno sottile attiva -in automatico- la modalità di approccio più appropriata alla situazione su cui intervenire, che sia medianità, chiaroveggenza o altro.

Situazione su cui intervenire’ perché i sensi interni, una volta posti in espansione, andrebbero messi al servizio degli altri. Infine, ultimo ma non ultimo, i sensi interni saranno il nostro modo di percepire… dopo il trapasso. Infatti, quali caratteristiche dell’anima, che non è mortale, la accompagneranno sempre. Con memorie nuove.

Nel coltivare prima tali attitudini si potrebbe stare meglio dopo ed ottimizzare il rapporto con ‘la nera signora’. Se tutto è energia, le forme che l’esistenza assume non si annichiliscono, si trasformano.

E come introduzione all'argomento penso possa bastare.

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