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sabato 8 aprile 2017

APRILE: UN MESE CHE NON PASSA INOSSERVATO

a cura di Sandra Romanelli




   
Aprile è un mese che non passa inosservato. Spesso, come quest'anno, coincide con la Pasqua e il 25 ricorre una delle feste nazionali più importanti della Repubblica Italiana: l'anniversario della Resistenza.
Il 25 aprile è quindi un giorno che ha un  grande significato storico per il  nostro Paese.


A partire dall'8 settembre 1943, sono avvenuti fatti importanti in Italia che  hanno indotto gli storici e le persone che li hanno vissuti a testimoniare e a  scrivere, per narrare tutte le vicende avvenute durante la Seconda guerra mondiale. 
In questo mese di feste e di memoria vorrei aggiungere un ricordo: quello dei soldati IMI.
Ma chi erano?  Forse non tutti lo sanno.
Per le autorità germaniche erano gli Italienische Militär-Internierte,  in realtà erano i soldati del Regio Esercito Italiano (dopo la nascita della Repubblica Italiana cambiò nome in Esercito Italiano) catturati dai tedeschi dopo l'Armistizio  dell'8 settembre 1943 (che sanciva la cessazione delle ostilità tra l'Italia e gli anglo-americani).

Dopo il disarmo, ufficiali e soldati italiani vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle fila dell'esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione. Solo il 10 per cento circa accettò l'arruolamento nella Wehrmacht, le forze armate germaniche; gli altri vollero restare fedeli alle istituzioni e vennero  considerati “prigionieri di guerra”.  In seguito le autorità di Berlino cambiarono il loro status trasformandoli in “internati militari” (per non riconoscere loro le garanzie della  Convenzione di Ginevra del 1929)   e quindi lavoratori forzati senza alcuna tutela, nemmeno il controllo della Croce Rossa.

Tra coloro che si ribellarono all'idea di combattere a fianco dei nazisti e iniziarono una coraggiosa resistenza contro le truppe dell’ex alleato, ci furono i  reparti italiani schierati a Cefalonia e Corfu’.
La resistenza della Divisione  "Acquia Cefalonia e delle forze presenti a Corfù rappresenta l'esempio più eclatante dell'opposizione militare antitedesca e, pertanto, è considerata, dalla maggior parte delle fonti, uno dei primi atti  del Movimento di Liberazione Nazionale.
  



  
La ricostruzione di quei tragici avvenimenti si basa sui documenti conservati negli archivi italiani, tedeschi e inglesi, atti del processo di Norimberga contro il generale Hubert Lanz, comandante del XXII Corpo d'armata da montagna, responsabile delle forze germaniche schierate nel settore, oltre alle  memorie e i diari dei protagonisti sopravvissuti. Gli  ufficiali che non furono passati per le armi e le migliaia e migliaia di soldati che combatterono con coraggio contro i tedeschi,   vennero fatti prigionieri e inviati nei campi di concentramento in   Germania, Polonia e Unione Sovietica, dove patirono per le tante umiliazioni subite, il lavoro forzato in condizioni disumane, la fame, gli stenti, le sofferenze fisiche e morali e da quei luoghi  di dolore non tutti fecero ritorno. 

    
Lapide in memoria dei caduti IMI
  
Per colmare una lacuna, troppo a lungo protratta e per non dimenticare il loro  sacrificio per l'affermazione di valori fondamentali come la libertà, la giustizia, la dignità personale, la fedeltà alle istituzioni e l'onore militare, il 7 ottobre 2015, è stato presentato al Senato della Repubblica (Palazzo Giustiniani – Sala Zuccari) l’Albo degli Internati Militari Italiani morti nei lager nazisti negli anni 1943-1945, realizzato dall’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia (ANRP) con il contributo della Repubblica Federale di Germania (Fondo Italo-tedesco per il futuro), in stretta collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana.
Il lavoro che Italia e Germania hanno affrontato insieme per  la realizzazione di tale Albo è stato molto importante perché dimostra una volontà comune di voler costruire un'Europa pacificata e coesa.
Tra i soldati IMI che fecero ritorno dai campi d'internamento si annoverano alcune personalità celebri nel mondo della cultura, della politica italiana, dello spettacolo:
 
Giovannino Guareschi  
Giovannino Guareschi, (Fontanelle di Roccabianca, 1/5/1908- Cervia, il 22/7/1968.  Giornalista e scrittore caricaturista. I suoi libri sono tra i più tradotti e venduti nel mondo.
Due dei  personaggi più famosi creati nel 1948 dalla sua fantasia, furono Don Camillo e Peppone, interpretati rispettivamente dall'attore francese Fernandel e Gino Cervi. Si tratta di due simpatici antagonisti in una serie di racconti che hanno avuto una fortunata e seguita trasposizione cinematografica.
Fu cofondatore e condirettore (1945-1957) di un periodico settimanale di satira politica:il Candido



  
Antonio Guerra, detto Tonino
Tonino Guerra (Santarcangelo di Romagna, 16/3/1921-21/3/2012) poeta, scrittore. Nel 1953 si trasferì a Roma dove iniziò una brillante carriera di sceneggiatore.
 Collaborò con i più grandi registi italiani e stranieri. Tra le sue numerose sceneggiature si ricorda:
Matrimonio all'italiana (1964), I girasoli  (1970) con la regia di Vittorio De Sica.
Deserto rosso (1964), Blow-Up (1968), Zabriskie Point (1970) con la regia di Michelangelo Antonioni.                
Per il film Blow- Up, in collaborazione con il regista Antonioni ricevette la candidatura al Premio Oscar 1967.
La decima vittima (1965) con la regia di Elio Petri.                             
Uomini contro ( 1970), Il caso Mattei (1972) regia di Francesco Rosi.
Amarcord (1973) E la nave va (1983), Ginger e Fred (1986) regia di Federico Fellini.
Caro Michele (1976), Il male oscuro (1989), regia di Mario Monicelli.
Kaos (1984) di Paolo e Vittorio Taviani.

Gino Marinuzzi Junior (New York, 7 /4/1920 – Roma 1996) musicista e compositore italiano, figlio del compositore italiano e direttore d'orchestra Gino Marinuzzi.

Mario Rigoni Stern (Asiago, 1/11/1921- 16 giugno 2008) militare e scrittore. Nel 1953 pubblicò il libro autobiografico Il sergente nella neve- edizione Einaudi, in cui narra la  sua esperienza di sergente  degli Alpini, nella disastrosa ritirata di Russia, durante la Seconda guerra mondiale.

Luigi Silori (Roma, 19/11/1921- 9/7/1983) scrittore, critico letterario, conduttore radiofonico e televisivo.
Silori fu uno dei pochi ufficiali sopravvissuti al massacro di Cefalonia.  Quelli che vennero catturati, poiché si rifiutarono di collaborare con i tedeschi, furono deportati in Germania nel campo di prigionia di Fullen, detto "il campo della morte."
Tornato in Italia, dopo essersi laureato alla Sapienza di Roma, fu assistente universitario del poeta Giuseppe Ungaretti.

Gianrico Tedeschi
  
Gianrico Tedeschi ( Milano, 20/4/1920), attore di teatro, cinema e televisione.
 In prigionia conobbe Giovannino Guareschi. La sua lunga carriera teatrale ebbe il debutto nel 1947 sotto la guida di Giorgio Strehler..
Nel 2011 ha ricevuto il Premio UBU, il riconoscimento di teatro più importante  in Italia.


               

Tra i personaggi dello spettacolo, furono militari IMI internati nei campi di prigionia, anche Raffaele Pisu e Luciano Salce.

Tra i personaggi della cultura e della politica si annoverano: Antonio Cederna, Giuseppe Avolio, Pino Arpioni, Vittorio Emanuele Giuntella (ha scritto un volume: Il nazismo e i lager, ed. Studium, in cui testimonia l'esperienza da lui vissuta), Giuseppe Lazzati (docente universitario e rettore dell'Università Cattolica), Antonino Meli (magistrato), Alessandro Natta (politico, autore del volume autobiografico L'altra Resistenza, ed. Einaudi, riguardante le vicende dei soldati IMI), Edilio Rusconi (editore e produttore cinematografico).       


12 commenti:

  1. Grazie Sandra! Articolo molto interessante
    Romano

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  2. Non puoi immaginare quanto mi ha commossa il tuo articolo. Mio padre, catturato l'8 settembre sulla dragamine T 7, è stato utilizzato come forza lavoro itinerante. La sua vita è stata breve e io lo rimpiango tanto. Grazie Sandra!
    Franca

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  3. Cara Sandra, l'articolo è molto interessante e anche se ero a conoscenza del fatto storico, ritengo il tuo approfondimento estremamente valido e istruttivo per non dimenticare.
    Maria

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  4. Grazie Sandra! Anche nella mia famiglia c'è stato chi ha sofferto la prigionia nei campi di lavoro...grazie del ricordo.
    Lucia

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  5. Complimenti Sandra! Mi ha fatto piacere approfondire un fatto storico così importante e soprattutto ho trovato interessantissimo il fatto di riportare i superstiti noti. Grazie!
    Pietro

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  6. Mio padre è stato nelle miniere di carbone del Land della Saar e, di seguito, spostato in altri campi, anche al confine con la Polonia. Franca.

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  7. Grazie Sandra! Molto bello ed istruttivo. Lo farò leggere anche alle mie figlie.
    Laura

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  8. Brava Sandra nessuno dovrebbe dimenticare questi terribili avvenimenti purtroppo passati sotto silenzio. Grazie.
    Ida

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  9. Mai dimenticare. Mariangela.

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  10. Sandrina sei sempre molto brava, precisa, una passione infinita un abbraccio

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    1. Grazie a tutti per i graditi commenti e per i ricordi.
      Sandra

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