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giovedì 12 aprile 2018

Quando sarai nel vento, di Gianfranco Di Fiore

(a cura di Mimma Zuffi)

Quando sarai nel vento, di Gianfranco Di Fiore è il candidato 66thand2nd al Premio Strega



La Fondazione Bellonci ha ufficializzato i nomi dei candidati al Premio Strega 2018.
Tra i quaranta titoli c’è anche Quando sarai nel vento, il romanzo di Gianfranco Di Fiore uscito il 22 marzo per 66thand2nd.
Pubblichiamo qui le parole con cui Marcello Fois ha segnalato QSNV al Comitato direttivo del Premio, e di seguito quelle di Diego De Silva, che in maniera altrettanto appassionata ha mandato alla giuria la sua segnalazione.

“E’ un’opera letteraria straordinaria, che attraversa luoghi del mondo e della mente come solo la grandissima scrittura sa fare. E’ il resoconto del viaggio di Abele dentro e fuori da sé. Bianco, Rosso, Blu e Giallo sono le quattro parti che compongono questa storia sterminata e semplice. Ci sono libri brevi che paiono ponderosi e libri ponderosi che scorrono in un attimo perché raccontano solo quanto necessario. Non è una partita facile far scorrere così lievemente una storia tanto complessa.


 Di Fiore mi ha sorpreso per la potenza con cui riesce a raccontare le infinite connessioni fra gli avvenimenti minimi, le piccole, quotidiane apocalissi e i massimi sistemi che macinano anche le più buone intenzioni. Abele corre per sé, attraversa un mondo che pare indifferente e invece subisce quella minima vibrazione che ognuno di noi è in grado di suscitare anche solo col piccolo atto di eroismo di pensare possibile determinare la propria vita. Di Fiore merita in pieno l’attenzione della commissione. Lo segnalo convintamente.
Marcello Fois

“In tempi in cui i romanzi giocano su tempi brevi o brevissimi le loro possibilità di attrazione e di successo, di Fiore sceglie la strada opposta (che testimonia di una profonda convinzione nella letteratura come territorio di rischio): il suo romanzo si (im)pone come un’opera poderosa (oltre cinquecento pagine), che parte dal racconto di un autoesilio per svilupparsi - in una struttura corposissima e attentamente lavorata - nel racconto di un viaggio fra meridione e Sudamerica alla ricerca di un padre mai incontrato.  La lettura procede lungo un itinerario narrativo senza grumi, durante il quale ho ammirato la naturale attitudine nella stesura dei dialoghi ma, più in generale, la dedizione dell’autore alla parola come strumento privilegiato - a volte disperato - di comprensione del sé, attribuzione di un senso possibile a una vita che va per conto suo ma della quale, se proviamo a raccontarla, possiamo tentare una ricostruzione e diventarne, almeno in parte, autori; a tratti, finanche protagonisti.” 
Diego De Silva

Quando sarai nel vento

Abele ha lasciato il Cilento per studiare i venti sulle montagne abruzzesi. Dalla stazione meteo in cui passa le giornate si stende un paesaggio quasi lunare, devastato dal sisma, abbandonato dagli uomini e dalle loro speranze. Quando scende da quell’eremitaggio accademico si divide tra la stanza in affitto dagli Hensel – una coppia di vecchi ebrei che usano la crudeltà come moneta di scambio col mondo – qualche rave in cui l’ecstasy lo scollega ulteriormente dalla realtà che lo circonda, e le ore passate a fantasticare di un film sul vento con Marlena, la desolata Beatrice dai capelli colorati, che diventa poco a poco la regina di quel mondo in attesa. Poi, d’improvviso, una cartolina scritta vent’anni prima: un invito al viaggio che porterà Abele alla ricerca del padre tra l’Argentina, New York e Parigi. Al suo fianco Marlena, finalmente libera dalla violenza che le imprigiona la vita.
Insieme possono finalmente andare lontano, incrociando i loro passi con quelli di ecologisti in tuta bianca e maschera antigas che lottano per il pianeta ispirandosi a Walt Withman, visitando luoghi infestati dai fantasmi del passato, alla ricerca di una ipotesi di futuro possibile. Intanto il vento ha smesso di soffiare sulla Terra. Quando sarai nel vento è una sinfonia in quattro movimenti in cui ogni motivo - esposto, sviluppato e ripreso - è misura di infinite vibrazioni che agitano noi e il mondo: raramente all’unisono ma sempre in attesa di un ordine, di una melodia rassicurante che finalmente le restituisca all’armonia
Gianfranco Di Fiore è nato ad Agropoli nel 1978 in una famiglia di musicisti. Da sempre affascinato dalle «storie», ha lavorato nel mondo del cinema e della pubblicità, in Italia e all’estero, come sceneggiatore, regista e montatore, collaborando per anni con il Giffoni Film Festival. Dopo l’esordio nel 2011 con il romanzo La notte dei petali bianchi (Laurana Editore), ha pubblicato diversi racconti in varie antologie.


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