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domenica 5 novembre 2017

"Gli animali che amiamo", di Antoine Volodine

(a cura di Mimma Zuffi) 


66thand 2nd - pagg. 184 - € 16,00 

collana: bookclub­
traduzione di Anna D’Elia



L’umanità è scomparsa, o quasi. Solo una donnina è rimasta ad aggirarsi in mezzo a capanne vuote nella speranza di farsi ingravidare da qualcuno di passaggio. Quanto agli altri, chissà. Al loro posto una vegetazione a tratti lussureggiante e una sequela di animali, fantastici e no, che entrano ed escono da sogni di sogni in una realtà onirica o surreale dalla logica squisitamente post-esotica. 





L’elefante Wong continua ad avanzare solitario nella giungla tropicale, invasa da fiori e piante rampicanti. Il re Balbuziar, gigantesco granchio descritto nelle sue successive incarnazioni, si ritrova spiaggiato su un litorale da fine della storia mentre cerca di sfuggire all’assalto della Dama della morte bieca che si avvicina col suo vascello fantasma. E poi ci sono le sette sovrane sirene, eroine di cronache para-medievaleggianti di ambientazione marina, e la principessa Minesse, concubina dell’harem di Balbuziar, accompagnati da una vasta panoplia di esseri ora marini ora terrestri dalle caratteristiche mutanti. Dal genio visionario di Antoine Volodine uno straordinario pastiche letterario, bizzarro, giocoso, immerso in un’atmosfera apocalittica, da fine della Storia, dove l’umorismo del disastro si mescola a una malinconica, smagata rassegnazione.

Nato in Francia nel 1950, Antoine Volodine è uno scrittore che sfugge a ogni classificazione. Fondatore del «post-esotismo», corrente letteraria che mescola realtà onirica e politica, ha scritto oltre quaranta libri con diversi pseudonimi. Con 66thand2nd ha pubblicato Terminus radioso, che è valso all’autore il Prix Médicis, e Il post-esotismo in dieci lezioni. Lezione undicesima.

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