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mercoledì 5 aprile 2017

“Avrò dunque sognato!”, l’arte del Bel Canto celebrata a Piacenza

di Marina Fichera

Copiare il vero può essere una buona cosa,
ma inventare il vero è meglio, molto meglio.
Giuseppe Verdi

Amo i vecchi teatri d'opera di provincia. Quelli con i pavimenti fatti di assi di legno scure e cigolanti e un’abbondanza di stucchi d'oro da far impallidire Re Mida. Quelli che rappresentano la parte nobile dell'Italia dei campanili. Quelli dove palpita e sospira l'arte italiana del Bel Canto che ha attraversato i regni, le guerre, i boom e le crisi, e che ancora oggi ci permette un emozionante viaggio nella bellezza.

Senza dubbio il Teatro Municipale di Piacenza, inaugurato il 10 settembre 1804, è tra queste eccellenze nazionali. Nel sito del teatro è riportato “Piacenza fu la prima dell’Emilia ad avere un teatro nuovo, modernamente concepito, capiente e, soprattutto, bello. Parma lo avrà nel 1829, Modena nel 1838, Reggio Emilia nel 1857”. E il Municipale è davvero bello, con i suoi 1.121 posti suddivisi tra platea, due ordini di palchi, due  ordini di galleria e uno stretto loggione.
 
Il teatro Municipale di Piacenza (foto M. Fichera)


Domenica 2 aprile 2017 ero seduta al piano più alto e popolare, il loggione, per assistere allo spettacolo Avrò dunque sognato!. Uno spettacolo desiderato e creato dal Maestro Leo Nucci per festeggiare una sfolgorante carriera che dura da ben cinquant'anni - debuttò nel settembre 1967 nel ruolo di Figaro nel Barbiere di Siviglia di Rossini– e al tempo stesso rendere omaggio a un altro grande musicista emiliano, il Maestro Giuseppe Verdi. Con il Maestro Nucci si esibiscono i giovani allievi dellOpera Laboratorio, da lui condotto.

Lo spettacolo Avrò dunque sognato! – citazione da una scena del secondo atto del Rigoletto - incomincia prima dell'inizio. Cioè prima della sinfonia del Nabucco (opera del 1841) che è preludio a una sequenza di scene tratte da opere verdiane care a Leo Nucci: Luisa Miller, Un ballo in maschera e Rigoletto.
La scena si spalanca come se il palcoscenico fosse ancora chiuso. Il Maestro è nel suo camerino con la truccatrice, intorno le maestranze si danno da fare per gli ultimi preparativi prima dell'entrata del direttore d’orchestra nel golfo mistico.
Una voce registrata inizia a narrare. Racconta di musica, di arte e di teatro. È la voce di Giuseppe Verdi evocata da Nucci. Una voce che ritroveremo molte altre volte ad inframmezzare i diversi atti messi in scena.
È lo spettacolo della lirica visto dal di dentro, il suo stesso cuore palpitante e vitale. È l’invenzione del vero, tanto amata da Verdi.


       Il Maestro Leo Nucci con alcuni solisti ringraziano il pubblico 
              al termine della prima parte (foto M. Fichera)

Dopo questo attacco si passa subito a una scena tratta dal primo atto della Luisa Miller, opera composta dal Maestro di Busseto nel 1849. L’ottimo coro del Teatro Municipale intreccia le voci con quelle dei giovani protagonisti e del grande baritono.
Una voce fuori campo rievoca una lettera del maestro Verdi che introduce la suggestiva scena del coro delle Streghe dal Macbeth (1847).
“Non so s'io mi spiego dicendo parola scenica; ma io intendo dire la parola che scolpisce e rende netta ed evidente una situazione”. Una lettera inviata da Verdi al librettista Ghislanzoni ci introduce ad alcune scene del terzo atto di Un ballo in maschera (1858) .
Faccio una rapida statistica delle tre parole più citate nei libretti verdiani delle tre opere scelte: amore, figlia, vendetta. Parole universali e resistenti alla storia, nel bene e nel male.  
Copertina dello spartito per canto e pianoforte
 di “Un ballo in maschera” di G. Verdi – ed. Ricordi Milano

La seconda parte si apre con il Preludio del primo atto di Traviata (1853).
Segue l’intero secondo atto di Rigoletto (1851) uno dei maggiori cavalli di battaglia del grande baritono emiliano, che ha interpretato le vesti del buffone di corte ben oltre cinquecento volte.
Le celeberrime arie “Povero Rigoletto!... Cortigiani, vil razza dannata" https://www.youtube.com/watch?v=Xy1bODSE_OQ (versione messa in scena dal Teatro alla Scala nel 2015) e “Si, vendetta”,  https://www.youtube.com/watch?v=K3bFdGbVUQA (nella versione, sempre nel 2015, del Teatro Real di Madrid) fanno esplodere definitivamente l’ovazione del pubblico che è tutto lì per festeggiare con Leo Nucci e che ha già applaudito con molto calore e partecipazione durante lo spettacolo.
L’aria “Si, vendetta” verrà anche eseguita come primo bis. Subito dopo tutto il cast e il coro salgono sul palco in elegantissimi abiti ottocenteschi, mentre Leo Nucci indossa il mantello rosso e oro del doge Simon Boccanegra (opera del 1857). "Plebe! Patrizi! Popolo!" https://www.youtube.com/watch?v=yRzFhxG75Js  (qui citata nel promo alla versione presso il Teatro alla Scala del luglio 2016) è un possente inno alla pace e la consacrazione definitiva dell’affetto tra il pubblico piacentino e il Maestro Leo Nucci.
E come disse Verdi in una lettera datata 1871 – citata durante lo spettacolo – “Tornate all'antico e sarà un progresso”.
Ringraziamenti al termine del secondo bis (foto M. Fichera)
Seguo da anni il Maestro Nucci che, nonostante la non più giovane età, penso sia il migliore baritono in attività al mondo. L’artista emiliano – è nato a Castiglione dei Piepoli nel 1942 – rappresenta il meglio della nobile arte del canto d'opera italiano. E lo seguo non solo per le doti canore ma anche per le non comuni doti umane.
Vidi un suo recital al Teatro alla Scala per i quarant'anni di carriera, nel 2007. I recital del lunedì sera alla Scala - quando i teatri son chiusi - sono di solito un po' affettati, talvolta sembra quasi che i cantanti non vogliano sprecare la voce, ma il Maestro Nucci cantò una serie di arie famosissime e molto impegnative, in un programma straordinario e coinvolgente, tanto che il teatro venne letteralmente giù dall'entusiasmo del pubblico che lo gremiva in tutti gli ordini. E lui fu generosissimo nel concedere bis e ringraziamenti, come sempre. Grazie Maestro!
Il Maestro Nucci nel recital alla Scala del gennaio 2007 (foto dal web)


Dal momento che tutti continuano a domandarmi e domandarsi quale sia il mio segreto ho deciso di rivelarlo. Si articola in due punti:
Non è vero che si vive una volta sola.
È vero che si muore una volta sola e si vive ogni attimo!
Ho sempre amato e curato l'erba del mio giardino,senza preoccuparmi se quella del vicino fosse più verde.
E quando lo era, l'ho guardata con ammirazione!
La vita è meravigliosa! Siamo noi a renderla squallida.
Leo Nucci

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Avrò dunque sognato!
Stagione Lirica 2016/2017 del Teatro Municipale  di Piacenza, nuovo allestimento prodotto da Fondazione Teatri di Piacenza con Fondazione Teatro Comunale di Modena.
Dirige l’Orchestra dell’Opera Italiana il Maestro Aldo Sisillo; regia e ideazione scenica di Salvo Piro.
Sul palco con il Maestro Leo Nucci: Marco Ciaponi, Clarissa Costanzo, Maria Mudryak, Nicolò Donini, Federica Gatta, Juliusz Loranzi, Cristian Saitta, Simone Tansini, Leonora Tess e Alessandro Viola. Coro del Teatro Municipale di Piacenza direttoda Corrado Casati. Costumi di Artemio Cabassi, luci dirette da Michele Cremona.



2 commenti:

  1. Ciao Marina,
    articolo molto interessante e sicuramente lo spettacolo ancora di più. Brava come al solito. Patrizia

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