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venerdì 10 febbraio 2017

"Breve storia della pioggia. Dalle invocazioni religiose alle previsioni meteo", di Alain Corbin

(a cura di Mimma Zuffi)


EDB
Pagine 56 + 8 a colori - Prezzo € 9,00

L’acqua che cade dal cielo «fa viaggiare l’anima», ma rende impraticabili i percorsi dei cavalieri erranti, complica le guerre, fa ritardare gli amori; invocata in tempi di siccità, la pioggia provoca anche la paura dell’eccesso, delle alluvioni e dei diluvi. Stendhal la detesta, Baudelaire ne fa una componente dello spleen, i diaristi la intrecciano con le lacrime, i sovrani e i capi di Stato ne fanno un uso politico, rinunciando all’ombrello nelle cerimonie ufficiali per condividere con il popolo anche le avversità atmosferiche.
È solo alla fine del Settecento che la sensibilità individuale ai fenomeni meteorologici si intensifica; lo sforzo di guardare in alto per cogliere i segni della collera divina o dell’intervento diabolico, associato alle pratiche dell’invocazione religiosa, viene vanificato nel secolo successivo dalla «secolarizzazione del cielo» e poi dalle previsioni meteo. Una lunga storia che Alain Corbin riassume nel libro, con l’avvertenza, sulla scia di Roland Barthes, che «niente è più ideologico del tempo che fa».


Sommario. Introduzione.  I. Sotto la pioggia.  II. Il Poema della Terra.  III. Il Diluvio e l’umore.  IV. Un angolo di ombrello.  V. Politica del maltempo.  VI. Luigi Filippo senza mantello.  VII. In tempo di guerra.  VIII. Siccità e grandine.  IX. Dalle invocazioni alle previsioni.  Note.

Alain Corbin, pioniere della storia delle sensibilità, ha insegnato all’Università Paris I – Panthéon-Sorbonne. Studioso di storia sociale e di storia delle rappresentazioni è autore di numerose pubblicazioni tradotte in italiano, tra cui L’invenzione del tempo libero (Laterza 1996), Storia sociale degli odori (Mondadori 2006), Storia del cristianesimo (Mondadori 2007).

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