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martedì 20 settembre 2016

Fruttero & Lucentini - L’amante senza fissa dimora

a cura di Annalisa Petrella

Amore e mistero a Venezia
Fruttero & Lucentini
L’amante senza fissa dimora
Oscar Mondadori, 2012. 
S’apre il sipario con ironia
 - Look, look, Mr. Silvera, look at the lagoon! 

 Occhi ansiosi e macchine fotografiche mettono a fuoco e immortalano a raffica la laguna veneziana vista dall’ aereo che la sorvola. La comitiva chiassosa, nelle prime pagine del romanzo, invade tutto lo spazio scenico e chiede complicità alla guida che li accompagna, Mr. Silvera, il protagonista che, all’opposto, è un personaggio silenzioso, inusuale, di grande charme. Aspetto da quarantenne, figura alta e magra, spalle lievemente curve, mani sottili e profilo classico da medaglia, abito liso e impermeabile dai piccoli buchi bruciacchiati sul davanti, entrambi portati con classe. 


L’uomo ha preso in consegna “l’allegra brigata” a Londra per accompagnarla a Venezia dove, dopo una breve visita alla città, si imbarcherà per una crociera nel Mediterraneo. Il contrasto tra la comitiva di turisti del genere “tutto compreso” e la guida appare subito evidente. Per come si muove, parla, sorride, osserva il mondo, si capisce subito che il lavoro di accompagnatore turistico che Mr. Silvera svolge “stoicamente” risulta incongruo, modesto sia per l’età sia per la tipologia del personaggio.
 Sullo stesso aereo c’è la protagonista, una splendida antiquaria italiana, sposata, di famiglia ricca e aristocratica, è una principessa, diretta a Venezia per valutare una collezione di quadri antichi da acquisire per la casa d’aste londinese per la quale lavora. 
Tra i due in aereo c’è soltanto lo scambio di un sorriso e un gesto di cortesia all’atterraggio. Poi si allontanano e ciascuno si muove nel proprio mondo. 
Mr Silvera guida per le calli veneziane la sua comitiva internazionale formata da pensionati, piccoli artigiani e bottegai, ansiosi di non perdere neppure un centesimo della tariffa spesa per il viaggio; è paziente, si rivolge a ciascuno con naturalezza nella lingua del paese di provenienza e sembra rassegnato agli inevitabili fastidiosi imprevisti da risolvere per soddisfare le richieste di un gruppo esigente dal budget limitato. Si avverte in lui un qua e un altrove: è cortese, ma vagamente distaccato, come se le persone, i luoghi e le situazioni in cui gravita non gli potessero riservare sorprese o curiosità. 
 La nobildonna, di contro, è una vincente, viaggia in motoscafo privato, alloggia nella suite di un albergo di lusso sul Canal Grande, mantiene contatti con gli antiquari che contano in città e ha una schiera di amici, appartenenti al “bel mondo” esclusivo veneziano, che la invitano a cocktail e cene tra un impegno e l’altro. 

Gli amanti e Venezia
Questa la prima parte del romanzo nella quale seguiamo due orbite totalmente differenti che hanno come comune denominatore Venezia e l’anticipazione di una evidente sintonia tra i due personaggi appartenenti a due mondi distanti. 
A un certo punto l’uomo e la donna, entrambi soli, si ritrovano per caso in campo S. Bartolomeo, una piazza gremita di gente che ciaccola seduta ai tavolini dei caffè e Silvera invita la nobildonna al suo tavolo, la donna accetta con piacere. Da questo momento prende inizio una singolare avventura che li coinvolge totalmente per tre giorni. 
I protagonisti del romanzo diventano tre: Mr. Silvera, la nobildonna e Venezia.

Fruttero e Lucentini con l’eccezionale padronanza di un linguaggio colto, intriso di arguzia e ironia, ci guidano, inseguendo gli amanti, in una labirintica rotta veneziana tra ponti, calli, campielli, vaporetti, palazzi storici, chiostri e affreschi scomparsi. Affiora nei dialoghi un detto e un non detto, passato e presente si sfiorano in allusioni dotte sull’arte, l’architettura e la storia della città. La nobildonna si rende conto sempre di più che Silvera, anche se un po’ lacero e spiantato, è un uomo di mondo, un fine conoscitore della vita e dello stile più raffinato. Indimenticabile la scena dell’uso della tazza da brodo al pranzo di rappresentanza di Cosima.
Gli autori fanno interagire i protagonisti con numerosi personaggi minori cesellati con una perfezione ineffabile. Chiara, Raimondo, i turisti dell’Imperial Tour, Oreste Nava, Luigi, Cosima, il presidente e gli ospiti cinesi alla cena, l’albergatrice, i clienti dell’Harry’s Bar, tutti contribuiscono a costruire la storia in una Venezia unica e irripetibile intorno alla coppia e al mistero inesplicabile che avvolge l’uomo.

Ambiguità in giallo
Nella seconda parte gli autori non smentiscono la loro vena di giallisti e il romanzo si trasforma in un’indagine a tutto tondo: gli eventi mettono in rilievo ambiguità e contraddizioni insospettate che, con l’ausilio di alcuni personaggi guida, come Raimondo, focalizzano la concentrazione del lettore su aspetti totalmente nuovi. Sorgono quindi una serie di quesiti di carattere artistico, storico ed esistenziale che pongono il protagonista e la sua credibilità al centro di un interrogatorio serrato tra Raimondo e la nobildonna: 

- Chi è Mr. Silvera? 
- Da dove arriva e dove sta andando? 
- Le sue affermazioni, a volte in palese contraddizione, celano un imbroglione della peggior fatta, oppure si ha a che fare con un pazzo, non furioso, che farnetica su presente e passato? 

Interessante la tecnica espositiva adottata. Raimondo e la nobildonna ricostruiscono i fatti, o cercano di farlo, sulla base di quanto saputo da Cosima direttamente dal protagonista. Silvera ha un segreto di cui ha parlato esclusivamente con Cosima, la padrona di casa che aveva invitato la coppia a cena nel suo palazzo. L’amante, spiacevolmente stupita di questa esclusione, a fine serata chiede a Silvera i chiarimenti del caso, ma il coinvolgimento emotivo reciproco e l’attrazione tra i due prevale su tutto, il fattore tempo diventa preponderante e rende prezioso ogni attimo che i due amanti possono trascorrere insieme. Cadono gli ostacoli e non occorrono precisazioni che forniscano un’attendibilità alla questione. 
Gli autori definiscono una storia incredibile ai confini della realtà: vengono fatte connessioni tra tutto ciò che è accaduto ed è stato detto, vengono espressi dubbi, quesiti e commenti e le rivelazioni finali si connotano di un pathos struggente. 
Gli amanti non hanno bisogno di ulteriori scandagli e l’ineluttabile li accompagna nella scia finale di una Venezia dai contorni rarefatti, densa di malinconia. Rimangono, in tasca, un mezzo ducato veneziano coniato da falsari nel 1.650 e, tra le mani, un minuscolo zoccoletto di legno e broccato, simile a quelli che portavano anticamente le dame veneziane, a scandire i passi solitari di un cammino senza fine.

Fruttero & Lucentini

Carlo Fruttero (1926 -2012) e Franco Lucentini (1920 – 2002) hanno formato per più di quarant’anni una coppia di scrittori molto apprezzata dal pubblico italiano. 
La loro attività di giornalisti, traduttori e autori di libri scritti a quattro mani è iniziata a Torino negli anni cinquanta con l’editore Einaudi per proseguire come direttori della famosa collana di fantascienza “Urania”, dal 1961 all’86.
 Si sono poi dedicati alla scrittura di gialli che sono saliti invariabilmente in cima alle classifiche di vendita. Il loro sodalizio era basato sull’intesa immediata, sulla conoscenza approfondita dell’arte dello scrivere i vari generi, sull’amicizia e sul rispetto, e rappresenta un esempio raro, forse unico nel panorama italiano contemporaneo.

Il giallo impeccabile La donna della domenica, del 1972, li rese famosi e divenne un film di grande successo, diretto da Luigi Comencini, con Marcello Mastroianni nella parte del commissario Santamaria e Jacqueline Bisset nella parte della protagonista. 








Hanno pubblicato numerosi romanzi di cui segnalo quelli che, a mio avviso, meritano un’attenzione particolare per lo stile e l’originalità:

1. A che punto è la notte, 1979;
2. Il significato dell’esistenza, 1975;
3. Ti trovo un po’ pallida, 1981;
4. L’amante senza fissa dimora, 1986;
5. Enigma in luogo di mare, 1991;
6. Il cretino in sintesi, 2002;
7. I ferri del mestiere, 2002.

Carlo Fruttero, dopo la tragica scomparsa per suicidio dell’amico Lucentini, avvenuta nel 2002, si è fermato e non ha scritto per quattro anni.  «Un narratore dev’essere bulimico, e se non hai questa fame non succede niente, è tutta sabbia che ti passa fra le mani. Quando morì Lucentini, io rimasi anoressico. Non riuscivo più a venirne fuori. Poi, improvvisamente, un giorno...» (a Pierangelo Sapegno). 
Nel 2006 si ripropone al pubblico con il giallo, edito da Mondadori, Donne informate sui fatti, che ottiene un notevole successo anche se la giuria del Campiello lo aveva classificato ultimo tra i finalisti, fatto che aveva risvegliato in Fruttero la consueta ironia: - Meglio ultimo piuttosto che secondo o terzo!
  Nel 2007 riceve il premio Chiara alla carriera e nel 2010 gli viene assegnato il Premio Campiello alla carriera. Nello stesso anno pubblica con Mondadori la raccolta ironica e dissacrante Mutandine di Chiffon. Memorie retribuite, presentato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” in un’intervista formidabile. Subito dopo esce un altro bestseller scritto a quattro mani con Massimo Gramellini: La Patria, bene o male. Dopo la morte dell’amata moglie Carlo Fruttero si ritira definitivamente nella sua villa a Castiglione della Pescaia, assistito fino all’ultimo dalla figlia Carlotta e dalla sua famiglia. Nel 2012 muore e viene sepolto accanto all’amico Italo Calvino.

22 commenti:

  1. Recensione affascinante Gloria

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    1. Grazie,Gloria. Mister Silvera impersona "il fascino". Annalisa

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  2. Fa piacere ricordare due scrittori di grande rispetto!

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  3. Bella recensione di un romanzo che ho apprezzato per la sua particolarità. Fabio

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    1. Libro davvero particolare. Grazie, Fabio. Annalisa

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  4. Avevo letto Donne informate sui fatti e adesso voglio leggere il romanzo qui recensito in modo brillante. Olga

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    1. A me è piaciuto "Donne informate sui fatti", un giallo a più voci tutte femminili. Grazie. Annalisa

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  5. Romanzo letto e apprezzato non molti anni fa. Centrata nei toni e nei contenuti la bella recensione di Annalisa.Serenella

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    1. Grazie a Serenella che è riuscita a varcare i filtri della rivista! Annalisa

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  6. Leggendo mi pare di vedere Venezia e Mister Silvera che si aggira per le calli: un sogno. Ari

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    1. Anch'io ho avuto la stessa sensazione. Grazie. Annalisa

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  7. Un piacere leggerla. Di Stefano

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    1. Un piacere avere lettori partecipi. Grazie! Annalisa

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  8. Bella la recensione, coinvolgente già il racconto del romanzo. Una sensibilità davvero rara. Vittorio

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  9. Delizioso,Annalisa,come è delizioso il romanzo,con la sua arguzia,la latente tristezza che pervade tutta l'atmosfera
    e l'eleganza che caratterizza sempre Fruttero e Lucentini.
    Tu hai saputo ben delineare tutto ciò.

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    1. Cara Stefania, siamo in perfetta sintonia sul romanzo e i suoi autori. Ti ringrazio del bel commento. Annalisa

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  10. Cara Annalisa, bellissima recensione. Mr Silvera è una figura d'altri tempi molto affascinante, un libro che leggerò sicuramente.
    Ludmilla

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  11. Mr Silvera è atemporale e proprio per questo il suo fascino si moltiplica a dismisura. Cara Ludmilla, ti ringrazio tanto. Annalisa

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. Molto interessante questo articolo. Frutteto e Lucenti sono due scrittori che amavo leggere. Le loro storie non erano mai banali. Li rileggerò

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