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sabato 9 aprile 2016

"Un irlandese in America - La New York di Brendan Behan

(a cura di Mimma Zuffi)

Editore 66thand2nd -collana: bookclub
pagg. 160- € 20,00

traduzione di Riccardo Michelucci


A New York tutti sanno ormai dell’arrivo in città di un licenzioso, iconoclastico, ex-rivoluzionario dell’Ira, ballerino di giga, cantante di ballate irlandesi, tarchiato, sgualcito, arruffato, trentasettenne drammaturgo di Dublino di nome Brendan Behan. Raggiunto dai reporter al suo arrivo in aeroporto, accompagnato alla Suite dell’Hotel Algonquin, inseguito nei bar della Terza Avenue e nei suoi vagabondaggi lungo le vie di New York, il sig. Behan non ha mai smesso di parlare dal momento in cui è sceso dall’aereo.


Così il New York Times annunciava, il 18 settembre 1960, l’inizio della storia d’amore fra Brendan Behan e New York. Quando gli chiesero cosa avrebbe voluto vedere in Spagna aveva risposto “il funerale di Franco”, al quesito su cosa ne pensasse del Canada aveva detto che non sarebbe venuto male, una volta finito. Ma di New York affermò che era la città più bella del mondo, “il posto dove si può essere più sicuri di non venir morsi da una pecora selvatica”.

Pubblicato per la prima volta in Italia, e pressoché introvabile anche nelle edizioni straniere, il talk book Un irlandese in America. La New York di Brendan Behan è lo straordinario ritratto della Grande Mela a opera di un geniale “drinker with writing problems”, arrivato in città in occasione della rappresentazione a Broadway del suo più grande successo, The hostage.  
Dal Greenwich Village alla Terza Avenue, da Chinatown alla Ventitreesima Strada, Behan segue un percorso irregolare attraverso la metropoli, incontra personaggi del calibro di Jack Kerouac, Norman Mailer, James Baldwin, William O. Douglas e Leonard Lyons, e racconta storie, aneddoti e avventure nella sua maniera inimitabile e irriverente, rendendo immortale una New York, quella degli anni Sessanta, che ormai non esiste più.
Un libro attraversato da un senso di leggerezza e di nostalgia che trovano perfetta eco nelle illustrazioni originali di Paul Hogarth a corredo del testo.

Ex militante dell’Ira, con un’implacabile passione per l’alcol, Brendan Behan è uno degli scrittori più singolari del Novecento. Nato a Dublino nel 1923 e prematuramente scomparso all’età di 41 anni, Behan è autore del romanzo autobiografico Ragazzo del Borstal (tradotto da Luciano Bianciardi nel 1960), basato sulle sue esperienze in un carcere inglese, di due «commedie drammatiche», The Quare Fellow e The Hostage e di alcuni talk book.

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