!-- Menù Orizzontale con Sottosezioni Inizio -->

News

mi piace

venerdì 18 dicembre 2015

BACCANTI di Euripide

a cura di Giovanni De Pedro

Silenzio in sala, si apre il sipario sulla nuova stagione di Kerkís - Teatro Antico in scena, presso il Teatro San Lorenzo alle Colonne di Milano.
Baccanti di Euripide, che sarà replicato l'1 e il 2 Luglio 2016, è stata la rappresentazione d'apertura e sarà seguita da altre eccellenti opere, tra le quali: Ione di Euripide, Le Rane di Aristofane, Alcesti di Euripide e Anfitrione di Plauto.
La locandina delle BACCANTI


Zeus, sotto forma di serpente, seduce l'umana Semèle che rimane incinta di Dioníso. Era, moglie di Zeus, accecata dalla gelosia, prende le sembianze di Beroe, la vecchia balia di Semèle e convince quest'ultima a chiedere al suo amante di mostrarsi nelle sue vere vesti. Alla richiesta di Semèle, Zeus si rifiuta ma, dopo l'insistenza della donna, il Dio accetta e Semèle viene incenerita dai fulmini di Zeus che però riesce a togliere dal ventre della donna il feto del bambino che inserisce in una sua coscia da cui poi nascerà Dioníso.

Dopo aver vagato per tutta l'Asia, Dionìso, con un gruppo di Baccanti, torna a Tebe dove il nuovo Re Pentèo, che nega la natura divina di Dionìso, ne ha proibito il culto. Ciò scatena l'ira del figlio di Semèle che al ritorno in città, per convincere i tebani di essere un dio e non un uomo, induce nelle menti delle tebane il germe della follia. Le donne, come impazzite, si rifugiano sul Monte Citerone. Pensando di risolvere la situazione, Pentèo fa arrestare Dioníso e si reca sul monte, dove verrà ucciso dalla madre Agave che, nella sua pazzia, non lo riconosce.
In questa tragedia, si oppone l’arroganza del potere umano, fondato sull'ordine militare e l'imposizione di regole discriminanti e autoritarie, alla realtà dionisiaca, coerente con l'ordine naturale e ostile all'arroganza e all'ateismo del genere umano, autocondannato alla follia.
Dionìsio e Pènteo si affrontano
Ezio Savino, scomparso un anno fa, ci lascia questa originale traduzione che viene messa in scena, grazie alla regia di Christian Poggioni, con una nuova lettura sperimentale del testo tragico. I dialoghi, fedeli all'opera di Euripide, valorizzano la vivacità del parlato.
Gli arcaici canti sacrali delle Baccanti dell'Asia, vengono resi ancora più mistici dalle laudi medievali di Iacopone da Todi e mantengono inalterati il linguaggio metrico, ritmico e liturgico della tragedia in contrapposizione ai cori sgraziati, dettati dalla pazzia, delle Baccanti tebane.
Il finale tronco di questa tragedia euripidea viene salvato da versi attinti dal Christus Patiens medievale che recupera le parole del pianto di Agave sul corpo del figlio. Toccante la scena finale in cui il corpo del Re Pentèo viene tenuto tra le braccia della madre, illuminati al centro del palco buio, immagine che ricorda la Pietà di Michelangelo.
Le Baccanti dell'Asia
Oltre alla già citata regia di Christian Poggioni, bisogna dare atto alla bravura degli attori del Corso di Alta Formazione "Teatro Antico in scena" dell'Università Cattolica di Milano e al polistrumentista Adriano Sangineto che ha diretto ed eseguito "live" la parte musicale. 
Essenziali ma efficaci le scenografie della Scuola di Scenografia dell'Accademia delle Belle Arti di Brera, tra i quali spicca Dino Serra che, oltre alle scene, ha curato anche la realizzazione delle maschere e, insieme ad altri collaboratori, gli splendidi costumi.
Kerkìs vi aspetta per altre toccanti tragedie greche antiche.
Un altro momento della tragedia

4 commenti:

  1. deve essere proprio interessante. A luglio ci sarà uno spettatore in più. Grazie.
    Matteo

    RispondiElimina
  2. Grazie a te, Matteo e Buone Feste. Giovanni

    RispondiElimina
  3. Mi hai fatto venire il desiderio di esserci ad una delle due
    rappresentazioni di luglio.
    Grazie. Amalia

    RispondiElimina
  4. Grazie a te. Giovanni.

    RispondiElimina