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venerdì 28 novembre 2014

Paolo Conte in concerto, l'ultimo "Snob"

di Marina Fichera
(foto di Marina Fichera)

Che personaggio, l’avvocato Paolo Conte! Da sempre schivo e riservato, si spende a 77 anni suonati in un intenso concerto di due ore, senza pronunciare una sola parola verso il vasto pubblico, tanto eterogeneo quanto adorante, presente in sala. 
Per una sera – i concerti previsti a Milano dall’attuale tournée internazionale sono tre e tutti sold out da settimane - la sala Verdi del Conservatorio si accende delle stelle del jazz e assume la veste di una vecchia milonga porteña, coi tendaggi intrisi di passioni e languide melodie. Luci e suoni ben calibrati, per una scaletta che prevede solo due brani dell’album appena pubblicato, Snob, e predilige un repertorio classico ma non commerciale. 


Si inizia con Ratafià per proseguire con la splendida Sotto le stelle del jazz, e poi Come di, Alle prese con una verde milonga, Snob e Argentina, i due brani dal nuovo disco, Una giornata al mare, Recitando e per chiudere la prima parte del concerto l’ondeggiante Aguaplano
Melodie sincopate che talvolta evocano i ritmi accelerati dei film muti, altre volte corse in cabriolet tra le dolci colline delle langhe.  Ma anche milonghe calde e avvolgenti come quando si balla stretti stretti, tra nuvole di fumo e fiumi di sguardi. 
La seconda parte del concerto si apre con Dancing e a seguire Gioco d’azzardo, Gli impermeabili e la struggente ballad Madeleine.
Alle prime note di Via con me la sala quasi trema dal fragore degli applausi ma, forse perché è un cliché ormai un po’ logoro, non un brivido sembra alterare la graffiante voce dell’Avvocato. 
Si scivola poi sulle cristalline note di Max verso Diavolo rosso, incalzante come una vertiginosa corsa in discesa, sempre più sfrenata nel suono stridulo di un assolo yiddish di clarinetto o di una fisarmonica cromatica dal retrogusto balcanico. 
Per concludere Le chic e le charme, cantata in francese e il bis - richiesto a gran voce dal pubblico in standing ovation – Simadicandapaije.
Dieci ottimi musicisti accompagnano l’artista astigiano sul palco, a destra una solida sezione ritmica, contrabbasso, batteria e percussioni, vibrafono e tre chitarre. A sinistra i fiati, sassofoni e clarinetto ma, all'occorrenza, anche oboe e fagotto, oltre a un violino e una fisarmonica cromatica. I nomi di questi validissimi professionisti del pentagramma sono le uniche parole pronunciate dal Maestro durante il concerto.
Uno spettacolo d’arte varia ineccepibile, perfetto sotto il punto di vista musicale e visivo, dove tutto ruota intorno all'affascinante voce roca di Paolo Conte. Forse quello che mi è mancato in questo concerto è stato proprio un pizzico d’imperfezione, il guizzo creativo dell'improvvisazione, il sudore del jazz, ma forse sono solo un po’ snob.

(foto  di Marina Fichera)

3 commenti:

  1. C'ero anch'io a questo splendido concerto dell'Avvocato. Certo che siete proprio bravi a uscire con un pezzo il giorno dopo, manco i quotidiani!! Complimenti a Marina e a sognaparole.

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  2. non avevo firmato. Elisabetta.

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