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martedì 30 settembre 2014

Laigueglia e "La lunga notte del saraceno"

(foto di Mimma Zuffi)
Di Mimma Zuffi

Il vento cantava sugli alberi della goletta 
rimasta all'ancora.






Ogni anno, Laigueglia
una splendida località della Riviera ligure di Ponente (non per nulla definita "uno dei borghi più belli d'Italia") torna indietro nel tempo, precisamente al 1546, anno in cui quattordici navi saracene approdarono nel Borgo marinaro. Mille uomini sorpresero nel sonno gli abitanti: oltre duecentocinquanta persone, circa i tre quarti della popolazione, vennero deportate per volere del terribile e crudelissimo pirata Dragut, erroneamente definito come corsaro. Infatti i corsari lavorano al soldo di un governo, i pirati solo per i propri interessi.


La lunga notte del saraceno è il nome della parte della manifestazione che si tiene subito dopo lo sbarco (sarebbe la mezza notte bianca con musica e danze nelle piazze), circa fino alle 3 del mattino, ma dipende dagli anni. La rievocazione storica, che inizia alle 22 si chiama Lo sbarco dei saraceni.

Laigueglia rivive quell’atmosfera con eventi che animano il borgo: dallo Sbarco, al Corteo Storico con danze, musica e combattimenti in costume per arrivare alla Lunga notte del Saraceno con rievocazione storica del saccheggio e spettacolo piromusicale.


(foto di Mimma Zuffi)

L’atmosfera è perfetta, tra le mura si sente ancora il profumo dell'olio di torcia, si ode il fragore dell'incrociarsi delle spade, ed ecco arrivare la Lunga notte del Saraceno; una notte spettacolare con decine di migliaia di persone che animano il borgo per assistere alla storica rievocazione del saccheggio di Laigueglia, realmente avvenuto.


Il bastione e il campanile si sono tinti di rosso e il fumo del fuoco invasore ha avvolto gli spettatori: dal mare la nave goletta Pandora e le tante imbarcazioni partecipanti sono giunte nella baia al ritmo di una musica così incisiva e scenografica tanto che pare di trovarsi sul set di un film.
La battaglia d’acqua in mare ha visto centinaia di persone protagoniste e lo spettacolo piromusicale dal molo e dal mare ha coinvolto i presenti e illuminato Laigueglia di una luce magica che, come sempre, rapisce i tanti che accorrono alla manifestazione anche dall’estero.

E anche quest'anno l'evento ha preso l'avvio con l'arrivo della goletta del pirata Dragut, rimasta all'ancora per un paio di giorni.
Al calar della sera, è  iniziata la rievocazione storica. La goletta si avvicina a riva, illuminata da luci rosse, con le vele dispiegate al vento; e  i feroci saraceni  cercano di avere la meglio mentre gli abitati del borgo si difendono. Il tutto condito da un'incantevole esibizione pirotecnica.
La reale data in cui è avvenuto lo sbarco risale al mese di maggio; luglio è una data di convenzione turistica. Dalle 22, si rivive quella notte, con la voce narrante che racconta quanto accaduto, sottolineando i momenti cruciali della storia. In un crescendo di musica e luci, arriva poi il tanto atteso sbarco dei Saraceni sulla spiaggia, dove sono pronti ad accoglierli i laiguegliesi. Mentre tutt’intorno la città è a fuoco, con fiamme sul campanile della chiesa e sulla collina, oltre che sul bastione stesso. I Saraceni portano via le donne, prima di venire fermati dal comandante alassino Berno, in alto mare. Alla fine della rievocazione l'evento si chiude con uno spettacolare susseguirsi di fuochi d'artificio. Nel centro, poi, la festa continua con musica e animazione, nella lunga notte laiguegliese. Sono giornate coinvolgenti, emozionanti e travolgenti, ci si sente come trasportati in un'epoca molto lontana e si rivivono le gesta dei cavalieri.
Ho assistito molte volte allo sbarco, ma ogni volta si è riaccesa in me la stessa emozione, enfatizzata da una musica tetra di sottofondo e dal mare che sembra ancor più nero del solito mentre cerco le imbarcazioni che so essere da qualche parte in attesa dello scontro. 
Provo a immaginare quella notte del 1546, e i laiguegliesi che da questa stessa spiaggia guardavano questo stesso mare in attesa di quelle barche mimetizzate dalle tenebre. Se ne avvicina una sola lenta, con un uomo dalla pelle scura in piedi sulla prua. Viene a proporre una resa incondizionata, che ovviamente sarà rifiutata. È Dragut.
Lo sbarco dei Saraceni è una tradizione irrinunciabile per gli abitanti del borgo da ormai qualche anno. Ma tra le tante ovvie ragioni una forse non è così evidente. Allo sbarco possono partecipare tutti: uomini e donne, residenti e turisti.
Il tutto diventa così un gioco dello scambio dei ruoli dove i laiguegliesi, in una notte d’estate, con i loro gozzi, con una battaglia di palline di spugna, cercano di riconquistare ai turisti un pezzettino di spiaggia, fallendo immancabilmente. La battaglia termina con incantevoli fuochi d'artificio, ma la festa continua fino a notte fonda con musica nelle piazze e locali aperti fino a tardi.

Laigueglia si trova a circa 90 chilometri da Genova e a circa 100 chilometri dal confine. L'antica Aquilia venne fondata in epoca romana, ma la prima citazione della località su uno scritto si trova nel 1130 in una carta dove vengono menzionati i conti di Laigueglia, possessori di altri castelli nella zona. Verso la fine del secolo passa nell'orbita di Genova. Nel 1330 giunsero nel territorio molti abitanti, quasi certamente per buona parte pescatori di corallo catalani, a cui si aggiunsero in seguito alcuni abitanti della vicina Andora in fuga dalle pestilenze. L'origine spagnola degli immigrati traspare dai cognomi di alcune famiglie e in alcuni toponimi, come, per esempio, nella chiesetta di Nostra Señora de la peña (Nostra Signora della roccia) eretta su Capo Mele che tramanda nel nome "peña" il significato catalano di "roccia": sembra infatti che furono i pescatori catalani a collocarvi una statua nel luogo dove in seguito, nel XVII secolo, fu costruita la chiesetta.
L'unico torrione rimasto
(foto di Mimma Zuffi)
Dai primi del 1500 Laigueglia si dota di tre torrioni di avvistamento (di cui ne resta solo uno) contro le scorrerie saracene che durante il secolo si abbattono lungo tutte le coste liguri; viene attaccata sia dal predone Barbarossa che dal corsaro Dragut, che cattura tutti gli abitanti e li carica sulle navi. Verranno poi liberati dal capitano Giulio Berno.

Alla fine del 1500 diventa comune autonomo; nel 1609 viene acquistato da Genova per diventare comune indipendente alla fine del XVIII secolo.
Nel 1800 entra a far parte della provincia di Albenga, quindi, col declino delle attività marinare e la scelta dell'emigrazione verso le Americhe la popolazione scende e Laigueglia sembra avviata verso il declino. Con il 1910 viene però aperto il primo stabilimento balneare e Laigueglia inizia il suo sviluppo turistico.

Ma chi era l'indomabile pirata Dragut, terrore dei mari, uomo astuto e crudele che non conosce pietà per i suoi avversari?





Figlio di Kharabulak, nato  in una povera famiglia contadina, fu notato da alcuni soldati d'artiglieria inviati dal sultano al Cairo e arruolato nell'esercito ottomano, entrando al servizio dell'abile e temuto Khayr al-Din Barbarossa. Compì numerose scorrerie e saccheggi, specie sulle coste napoletane e siciliane.
Partecipò alla battaglia navale di Prevesa (1538), contro Andrea Doria e al fianco di Barbarossa. Divenne talmente potente che Carlo V in persona impartì l'ordine di catturarlo a tutti i costi.
Nel 1540 nella baia della Girolata in Corsica, di ritorno da una scorreria a Capraia, fu accerchiato e sconfitto con tutta la flotta da Giannettino Doria. Catturato, fu consegnato ad Andrea Doria, che lo fece incatenare come galeotto ai remi della sua nave ammiraglia per quattro anni. Quindi, ritenuto ormai innocuo, fu venduto come schiavo e liberato pochi anni dopo (probabilmente dietro il pagamento di un ingente riscatto elargito da Khayr al-Din Barbarossa in persona, nel quale era inclusa la concessione data dal Bey di Tunisi dell'isola di Tabarca alla famiglia genovese dei Lomellini, legata ad Andrea Doria). Tornò così libero in Turchia.
Nel 1544 ottenne il comando della flotta ottomana e proprio gli Ottomani lo chiamarono Spada vendicatrice dell'Islam per le sue azioni spietate.
Grazie a una serie di alleanze, fra cui anche una discussa con i francesi, nemici degli spagnoli, riuscì a diventare viceré di Algeri, Signore di Tripoli e di al-Mahdiyya per conto di Solimano il Magnifico.
Nel 1546 il pirata Dragut sbarca a Laigueglia e cattura tutti gli abitanti caricandoli sulle sue navi. Successivamente gli stessi vengono liberati dal Capitano Berno che riesce ad impadronirsi della nave corsara sulla quale viaggiavano i laiguegliesi rapiti. Continuò a imperversare nelle coste del Mediterraneo. Il 4 luglio 1549 assediò Rapallo in Liguria, depredando la città e le chiese di oggetti sacri religiosi. Dopo tre giorni il pirata ripartì dal borgo ruentino, portando via come schiave più di cento fanciulle rapallesi. Nello stesso anno Dragut, sbarcato a Palmi e attardatosi presso una fonte ombrosa, fu sorpreso e ributtato in mare dagli abitanti.
Innumerevoli furono le sue incursioni, centinaia le vittime fino al 18 maggio 1565 quando, durante l'assedio del forte di Sant'Elmo (Malta), ferito alla fronte da una scheggia di pietra, morì.
Il corpo di Dragut fu traslato a Tripoli, ove fu sepolto, nella moschea chiamata "Sarāy Dragut". La sua tomba si trova ancora là, accanto alla scuola coranica (madrasa) e ai bagni pubblici (hammam) che portano ancora il suo nome.
Si dice che Andrea Doria nutrisse rispetto e forse affetto per Dragut da dare lo stesso nome al proprio gatto.
Alcune opere letterarie sono state scritte traendo spunto dalla vita di Dragut.
  • Rafael Sabatini, La spada dell'Islam, ed. Sonzogno, 1935
  • Patrizia Carrano, Le armi e gli amori, Feltrinelli Editore, 2003, romanzo ambientato durante l'assedio di Malta del maggio 1565
  • Anna Spissu, Il pirata e il condottiero, romanzo storico, Corbaccio, Milano, 2008
  • Bunarma e Ragainerba, L'uccisione di Dragut Rais, canzone dell'EP Aundi vai, Rem edizioni, Palmi, 2006
Per rivedere lo sbarco, eccovi  il link di youtube....

4 commenti:

  1. Bravi! Laigueglia è una vera perla incastonata nello splendido "arcobaleno" della Liguria!
    Mirella

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  2. Mi sono sentito dentro l'atmosfera di questa rievocazione storica ma adesso devo mandare fuori i saraceni da casa mia. E' bello far conoscere queste feste popolari. Grazie Mimma. Juanito

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  3. Molto belle le fotografie che corredano l'articolo. Piene di luce e con scorci suggestivi dell'evento. Corinna

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  4. Grazie Mirella, Juanito e Corinna per i vostri commenti. E se non conoscete Laigueglia vale proprio la pena visitarla e scoprirla almeno per qualche giorno.
    Mimma

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