!-- Menù Orizzontale con Sottosezioni Inizio -->

News

mi piace

lunedì 12 maggio 2014

"Le colpe degli altri" di Vittorio De Grasso

recensione di Francesca Altobelli


Vincitore dell’edizione 2013 del torneo letterario Io Scrittore, il romanzo Le colpe degli altri si rivela, sin dalle prime pagine, avvincente, interessante, scritto con passione e attenzione. Il suo autore, Vittorio De Grassi, ha scelto questi sostantivi per sintetizzarlo: dolore, amore, vendetta. Tre parole così basilari da farci capire l’importanza della storia narrata, una sorta di alternanza tra l’intimismo può introspettivo e una visione politica e sociale dal respiro molto più ampio e universale. Il racconto inizia ambientato ai nostri giorni, nel 2011 per l’esattezza, a Parigi, ma presto si dipana in altre epoche, fino a quasi quaranta anni prima e in altri contesti, in Italia, a Roma e nel Salento. 


Protagonista è una donna, Federica, che, giunta alla soglia dei quaranta anni, nutre dentro di sé un’ossessione, un irrefrenabile desiderio di vendetta. Per trovare pace e allo stesso tempo nutrire il suo tormento, organizza il rapimento di un uomo, Vitaliano, italiano anche lui, ma ormai residente da anni nella capitale francese. Il tutto si svolge senza particolari tensioni e la prigionia dell’uomo si rivela tranquilla, quasi, paradossalmente, serena. L’incontro tra la vittima e il carnefice è occasione di confronto, di una graduale apertura dell’uno nei confronti dell’altra, di una scoperta reciproca. Vitaliano è un commerciante benestante, di origine africana, che si è letteralmente fatto da solo, con una vita tribolata e piena di disavventure alle spalle. Federica è una donna vissuta nel ricordo di un passato indelebile, segnato da un terribile episodio: l’assassinio brutale del padre per mano di terroristi, negli anni di piombo. L’omicidio era avvenuto nel Salento e aveva avuto come obiettivo principale un magistrato. Il padre di Federica faceva parte della scorta. Niente per lei era stato più lo stesso e scopo della sua vita erano diventate, nel tempo, la vendetta e la necessità di trovare l’epilogo ad una storia incompiuta. Molti degli assassini del padre si erano rifugiati in Francia, come spesso in quegli anni era avvenuto, e sarà proprio questo dettaglio a condurla a Parigi e a farle incontrare Vitaliano, estraneo, direttamente, a tutto quanto. Tanto lei è fragile e sofferente, tanto lui è forte, saldo, capace di infonderle tranquillità, solidità, amore. Il loro avvicinarsi, pian piano, è struggente, in un certo senso romantico e reso ancora più intenso dal racconto delle loro storie precedenti che si intersecano con le vicende contemporanee. Il terrorismo in Italia ha generato dolore, disperazione, morte non solo negli anni del suo pieno manifestarsi, ma anche in tutti gli anni a seguire, fino ad oggi, nell’animo di chi quel dolore lo ha vissuto e non lo ha più potuto allontanare. Federica è apparentemente carnefice, ma nel fatti vittima, più di tutti, dell’abbrutimento e dell’inaridimento a cui la grande sofferenza porta. C’è possibilità di svolta? Di reale cambiamento? Di emancipazione dall’odio? Sono questi solo alcuni dei molteplici interrogativi che il libro, profondo e non banale, solleva.Vittorio De Grasso - Le colpe degli altri

Nessun commento:

Posta un commento